Qual è il problema principale che ostacola le PMI italiane nelle attività di selezione di collaboratori validi?
Le aziende assumono per competenza e licenziano per carattere.
In fase di assunzione valutano solo cv, titolo di studio, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento… ma poi spesso si trovano a dover fronteggiare problemi che derivano da fattori (quasi sempre) caratteriali:
- difficoltà relazionali con i colleghi
- scarsa capacità di gestire i clienti
- mancanza di iniziativa
- atteggiamento critico e polemico verso l’azienda
- attitudine a “schivare” i problemi piuttosto che risolverli.
Questo è il motivo per cui nella scelta di un candidato le qualità relazionali e caratteriali dovrebbero essere affiancate – e spesso privilegiate – rispetto alle competenze tecniche e alle esperienze maturate.
Anche perché accrescere le competenze è più facile che migliorare il carattere!
L’aspetto che dovrebbe pesare di più nella valutazione di un candidato è l’atteggiamento, l’entusiasmo, la voglia di mettersi alla prova, di crescere personalmente e professionalmente.
Assumere bene non significa trovare le persone con l’esperienza giusta. Significa trovare le persone con l’atteggiamento mentale giusto.
Cosa si intende per soft skills
Le soft skills vengono definite “competenze trasversali” e si differenziano dalle hard skills, che solitamente identificano le competenze tecniche.
Le competenze tecniche comprendono le conoscenze, gli studi, la formazione, le capacità informatiche, linguistiche e specialistiche che una persona ha sviluppato nel suo percorso di studio e/o di lavoro e che possono essere dimostrate tramite un attestato o un certificato o talvolta una prova pratica.
Le competenze trasversali, invece, sono abilità e caratteristiche di tipo personale. Riguardano le capacità relazionali e comportamentali e in genere non sono dimostrabili con attestati perché derivano dalle qualità intrinseche e dallo sviluppo personale e non dal percorso di studi.
Perché sono importanti in fase di selezione del personale
Le aziende più efficaci nelle attività di selezione hanno imparato a ricercare, oltre alle competenze di tipo tecnico, la presenza di altre componenti:
- condivisione dei valori e della visione dell’azienda
- disponibilità ad assumersi delle responsabilità
- desiderio di crescere e di continuare a formarsi e ad apprendere
- atteggiamento propositivo e orientato al problem solving
- forte capacità relazionale.
Queste componenti sono fondamentali perché trasformano un buon collaboratore in una persona che crea un valore aggiunto di cui l’azienda in cui lavora non potrà più fare a meno. Sono garanzia di crescita e di opportunità infinite.
E nel mercato sempre più veloce, competitivo e incerto, le aziende non possono più prescindere dal percorrere questa strada.
Non possono più permettersi di limitarsi a valutare il curriculum senza valutare la persona.
Quali sono le principali soft skills
Nel corso degli anni diversi esperti di management, università e società di formazione, hanno stilato la lista delle principali soft skills sulle quali ogni persona dovrebbe lavorare per sviluppare il proprio potenziale e per aumentare la propria appetibilità nei confronti delle aziende:
- Capacità di pianificare ed organizzare: è la capacità di realizzare idee, identificando obiettivi e priorità e, tenendo conto del tempo a disposizione, pianificarne il processo, organizzandone le risorse.
- Capacità di conseguire obiettivi: è l’impegno, la capacità, la determinazione che si mette nel conseguire gli obiettivi assegnati e, se possibile, superarli.
- Capacità comunicativa: è la capacità di trasmettere e condividere in modo chiaro e sintetico idee ed informazioni con tutti i propri interlocutori, di ascoltarli e di confrontarsi con loro efficacemente.
- Problem solving: è un approccio al lavoro che, identificando le priorità e le criticità, permette di individuare le possibili migliori soluzioni ai problemi.
- Team work: è la disponibilità a lavorare e collaborare con gli altri, avendo il desiderio di costruire relazioni positive tese al raggiungimento del compito assegnato.
- Leadership: è l’innata capacità di condurre, motivare e trascinare gli altri verso mete e obiettivi ambiziosi, creando consenso e fiducia.
- Affidabilità: è la capacità di svolgere i compiti assegnati senza il bisogno di una costante supervisione facendo ricorso alle proprie risorse.
- Fiducia in se stessi: è la consapevolezza del proprio valore, delle proprie capacità e delle proprie idee al di là delle opinioni degli altri.
- Capacità di adattarsi all’organizzazione e al contesto lavorativo.
- Resistenza allo stress: è la capacità di reagire positivamente alla pressione lavorativa mantenendo il controllo, rimanendo focalizzati sulle priorità e di non trasferire sui colleghi le proprie eventuali tensioni.
L'approccio di Smart People Lab: dalle soft skills alle smart skills
Se questa lista rimane attendibile e costruisce indubbiamente la base di partenza, è pur vero che il mercato del lavoro si sta evolvendo in maniera significativa.
Un’analisi sulle soft skills più richieste dal mercato del lavoro e delle start up nel 2022 ha evidenziato che molte aziende oggi richiedono competenze trasversali aggiuntive:
- Pensiero analitico, critico e innovativo
- Apprendimento attivo e costante
- Creatività, originalità e iniziativa
- Resilienza
- Influenza sociale
- Uso, controllo e monitoraggio della tecnologia
Smart People Lab ha già iniziato ad affiancare le aziende nel cammino che porterà dalle soft skills alle “SMART” skills !
Oltre alle competenze comportamentali, le aziende avranno sempre più bisogno di persone dotate di competenze “intelligenti”.
Dalla responsabilità all’innovazione
Le aziende chiederanno ai propri collaboratori non solo di farsi carico delle attività e di trovare soluzioni ai problemi, ma di dimostrare iniziativa, nuove idee, di avventurarsi nel percorrere nuovi sentieri, di essere disposti ad imparare attività diverse.
Dall’affidabilità all’autonomia
Le persone, oltre a svolgere in modo efficiente i compiti assegnati e rispettare regole e procedure, dovranno imparare ad autogestire il proprio tempo e il proprio lavoro, a definire meglio i confini tra professionale e privato. Molti si sposteranno dallo smart working (gestire il lavoro da casa) allo smart living (gestire la vita che vuole entrare nello spazio del lavoro!).
Dalla resilienza all’antifragilità
Come sostiene Nicholas Taleb, sopravviverà meglio chi riuscirà ad andare oltre la resilienza – resistere a un trauma e ritornare alle condizioni precedenti – e ad evolvere verso l’antifragilità – resistere a un trauma e NON ritornare alle condizioni precedenti… ma diventare migliore.
Siete pronti?